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Fin dal suo primo mandato agli Uffizi, Eike Schmidt si è adoperato per creare l’ambiente più adatto per “lasciarsi guidare dai propri occhi” e “favorire lo stupore di tutti i visitatori”. Lo stupore di fronte alla bellezza. Quel “bello che si attiva nella percezione di chi guarda”, quel risveglio delle emozioni, quell’esperienza così intima e profonda. Questo fa di lui lo “spirito affine” d’eccellenza per Biondi-Santi, per approfondire il tema della Meraviglia e il legame tra arte e vino.